1 Commento

Buongiorno, sono arrivato alla sua newsletter da "a cosa penso quando corro" e mi sono andato a leggere tutti gli arretrati perchè sono molto interessato all'intersezione tra tecnologia e sport. Complimenti per aver avuto l'idea e averci scritto dei post interessanti!

Corro a tempo perso e sono un ingegnere che lavora con le apparecchiature elettromedicali in ospedale, forte di questa combinazione, sperando le possa interessare dico la mia sulla chiusura qui sopra.

Per l'attuale contesto normativo tutti i dispositivi che un medico utilizza per elaborare una diagnosi o per fare terapia devono essere generati da un dispositivo medico che è stato certificato come tale da un ente terzo. La certificazione è un processo costoso ed esistono sul mercato dispositivi identici prodotti dalla stessa azienda con costi estremamente diversi a seconda della destinazione d'uso.

Una cyclette certificata dispositivo medico per essere utilizzata in un ambulatorio di riabilitazione ha un costo enormemente maggiore del dispositivo identico senza certificazione da utilizzare in palestra.

Fino a che non esisterà un contesto normativo che espliciti come i dati ricavati dai wearable possano essere utilizzati in ambito sanitario e di conseguenza una qualche forma di retribuzione per i produttori dei dati/dispositivi, questi non avranno nessun interesse a certificare i loro dispositivi (e quindi dati).

Per quanto i produttori hanno già dimostrato di saper generare dati utili dal punto di vista clinico non saranno loro a spingere per un processo che fa crescere i loro costi senza potenziali guadagni. La pressione per la modifica degli aspetti normativi forse potrà essere fatta dalla sanità privata e dalle assicurazioni, che sono più pronti a recepire l'innovazione rispetto il SSN.

Expand full comment